Un cavallo in un villaggio si rifiuta di avvicinarsi al vecchio fienile e nessuno capisce perché

In un piccolo villaggio della Baviera la vita scorreva tranquilla e regolare. Ogni mattina i contadini andavano nei campi, i bambini giocavano vicino al fiume e nella piazza si sentiva il nitrito dei cavalli. Thomas, un giovane contadino, aveva una bellissima cavalla di nome Luna. Intelligente e obbediente, conosceva la strada di casa ad occhi chiusi e non dava mai problemi.

Ma c’era una stranezza nel villaggio di cui i vicini bisbigliavano: Luna si rifiutava categoricamente di avvicinarsi al vecchio fienile alla periferia del paese.

Il fienile era abbandonato da decenni. Il tetto era crollato, le pareti erano ricoperte di muschio e le porte erano state sbarrate. Nessuno ricordava chi ne fosse il proprietario, ma tutti sapevano che era meglio non avvicinarsi.

Ogni volta che Thomas conduceva Luna lungo la strada che passava davanti al fienile, lei si fermava di colpo. Le sue orecchie si rizzavano e il suo respiro diventava affannoso. A volte si impennava, sbuffava e si rifiutava di proseguire. Bisognava aggirare il fienile attraverso il campo, anche se la strada che lo attraversava era molto più breve.

Thomas cercava di convincere la cavalla, avvicinandola, ma Luna indietreggiava ostinatamente, come se percepisse un pericolo.

Gli anziani raccontavano che in quel fienile un tempo non venivano tenuti animali, ma persone. Durante la guerra vi venivano rinchiusi i prigionieri di guerra. Si diceva che molti di loro non ne fossero mai usciti vivi.

«I cavalli percepiscono cose che noi non vediamo», sussurrava la vecchia Greta, un’erborista del posto. «Non contraddirla». Se Luna ha paura, significa che c’è un motivo.

Thomas rideva: «È solo testarda». Ma dentro di sé anche lui era tormentato dall’inquietudine.

Una sera tardi Thomas stava tornando a casa. La strada passava davanti al fienile. Luna si fermò di nuovo e nitrì così forte che l’eco risuonò in tutto il villaggio.

Thomas smontò da cavallo e cercò di sbirciare all’interno attraverso una fessura nelle assi. E all’improvviso gli sembrò di vedere degli occhi nell’oscurità. Piccoli, luccicanti, come se lo stessero seguendo dalle profondità del fienile.

Indietreggiò e si affrettò ad allontanarsi. La luna correva lungo la strada così veloce, come se stesse fuggendo dalla morte stessa.

Il giorno dopo Thomas decise di controllare il fienile insieme ai suoi amici. Tolserono alcune assi ed entrarono. All’interno regnava un silenzio opprimente. Travi polverose, ragnatele e odore di muffa. Ma in un angolo trovarono delle catene di ferro incastrate nel legno e delle ciotole arrugginite.

Uno degli uomini mormorò:
«Gli anziani avevano ragione. Qui tenevano davvero delle persone».

Da quel giorno anche i più scettici cominciarono a evitare il fienile.

Luna non si avvicinò mai più a quel luogo. Ogni volta che la strada la portava lì vicino, iniziava a tremare e guardava il fienile con orrore negli occhi.

Thomas smise di discutere con lei. Capì che ci sono luoghi in cui la terra conserva troppo dolore. E forse solo gli animali sono in grado di percepire questo ricordo.

Il fienile è ancora lì. Nessuno lo smonta, lo ripara o lo demolisce. In paese dicono: che rimanga come promemoria. E ogni volta che qualcuno sente il forte nitrito di Luna nella notte, la gente ha i brividi lungo la schiena.

MADAWOMAN