In questo vecchio palazzo la vita scorreva come al solito, noiosa. L’ascensore si rompeva, le lampadine lampeggiavano, i vicini litigavano per i rifiuti e i lavori di riparazione. Nessuno prestava particolare attenzione a nulla, finché non cominciarono ad accadere cose strane.
Ogni mattina gli inquilini notavano la stessa cosa: uno stormo di piccioni si radunava davanti alla stessa finestra al terzo piano. Gli uccelli si posavano sul davanzale, si aggiravano lì vicino e sembravano aspettare qualcosa. Anche quando cercavano di scacciarli, tornavano sempre. La gente rideva: dicevano che avevano trovato la loro “mensa dei piccioni”. Ma giorno dopo giorno la scena si ripeteva e la tensione cresceva.
Alcuni inquilini cominciarono a fare ipotesi. Alcuni sostenevano che lì vivesse una vecchia signora che dava da mangiare ai piccioni. Altri mormoravano che nell’appartamento non si vedeva nessuno da tempo e che i piccioni sembravano attratti da qualcos’altro. L’atmosfera nell’androne diventava sempre più inquietante: gli uccelli volteggiavano, sbattendo le ali così forte che si sentivano anche di notte.
Un giorno i vicini decisero di scoprire la verità. Alcune persone si avvicinarono alla porta dell’appartamento. Bussarono, aspettarono, ma non ottennero risposta. Allora qualcuno trovò il coraggio e propose di guardare dalla finestra dal cortile. Le persone fecero il giro della casa, si fermarono sotto la finestra, sollevarono il telaio e guardarono con cautela all’interno.
Nella stanza c’era un vecchio tavolo di legno, ricoperto di fogli. Sul davanzale c’erano decine di buste gialle. Gli uccelli si posavano proprio su di esse, come se sapessero che all’interno c’era qualcosa di importante. Gli inquilini non credettero ai loro occhi quando videro che le buste erano piene di lettere vecchie, con francobolli sbiaditi, indirizzate a persone diverse.
In seguito si scoprì che il proprietario dell’appartamento era un postino scomparso senza lasciare traccia molti anni prima. Invece di consegnare le lettere, le aveva segretamente accumulate a casa sua. A quanto pare, aveva addestrato i piccioni a trasportare piccoli biglietti: nella stanza sono state trovate diverse piccole capsule per messaggi.
La storia ha fatto scalpore in tutto il quartiere. Gli inquilini non potevano credere che per tutti quegli anni sotto il loro naso fosse stata conservata la corrispondenza altrui e che i piccioni la custodissero letteralmente, tornando più e più volte alla finestra.
E da allora, quando al mattino gli uccelli tornano a volteggiare sopra la casa, la gente si scambia solo sguardi interrogativi. Nessuno ha capito fino in fondo cosa trattenesse lo stormo vicino a quella finestra: l’odore della carta, il ricordo del padrone… o qualcos’altro.

