Dalle battute di caccia reali ai boschetti impenetrabili: cosa è successo alle nostre foreste un tempo incontaminate?

🌲 C’era una volta, i nobili correvano a cavallo attraverso foreste così pulite che si poteva mangiare per terra – e allora cosa è successo? I boschi di oggi sono disordinati, invasi dalla vegetazione e quasi impossibili da attraversare. Il motivo sta nel fatto che abbiamo smesso di aver bisogno delle foreste – e come questo abbia cambiato tutto. Siete curiosi di sapere perché un tempo erano immacolate? La storia completa in questo articolo 👇

Secondo dati recenti, un paese è attualmente il primo al mondo per superficie forestale, con quasi la metà del suo territorio coperto da alberi. Ma foreste così grandi devono essere curate. Se non lo sono, diventano rapidamente invase dalla vegetazione, difficili da attraversare e possono persino iniziare a diffondersi da sole nelle aree vicine.

Ecco perché il lavoro dei silvicoltori, persone che sorvegliano e si prendono cura delle foreste, è ancora molto importante. Abbiamo cercato di capire perché le foreste moderne sono ora piene di sterpaglie e rami caduti, anche se in passato erano pulite e venivano persino utilizzate per la caccia a cavallo.

Ai tempi in cui le foreste erano la principale fonte di cibo, di legname da costruzione e da ardere, avevano un aspetto molto diverso. In quei tempi, era comune per i nobili europei andare a caccia a cavallo attraverso i boschi. I libri spesso descrivono scene in cui i cacciatori inseguivano gli animali attraverso sentieri forestali aperti con branchi di cani.

Questo era possibile perché la gente comune usava la foresta con attenzione. Nel Medioevo, ai contadini era permesso raccogliere solo piccoli rami e legna da ardere per i loro fuochi, qualsiasi cosa che si trovasse a terra. Tagliare gli alberi senza permesso era severamente vietato. Se qualcuno ci provava, i proprietari terrieri mandavano rapidamente delle guardie per fermarlo. Così le foreste venivano ripulite da tutto ciò che poteva intralciare il camminare o cavalcare.

Anche alcuni contadini mantenevano pulite le foreste vicine, ma i loro inverni erano molto più rigidi che in Europa. A causa del freddo, i proprietari terrieri spesso permettevano alla gente del posto di raccogliere legna da ardere, ma solo secondo determinate regole e talvolta dietro pagamento di una tassa. I gestori delle foreste sceglievano gli alberi vecchi o che crescevano troppo vicini tra loro e li contrassegnavano. Poi gli abitanti del villaggio li tagliavano e li portavano via da soli. Non sprecavano nulla, nemmeno i rami o la segatura.

C’è anche una scena simile in una famosa poesia, “Un uomo con una gamba”, in cui un ragazzo trascina della legna da ardere su una slitta mentre suo padre taglia la legna da ardere. Ma le foreste più profonde, lontane dai villaggi, venivano lasciate intatte. Col tempo, si riempirono di rami caduti e alberi morti, rendendole molto difficili da attraversare.

Dopo la rivoluzione, la gente iniziò a usare altri materiali per riscaldarsi e costruire, quindi non aveva bisogno di tanta legna da ardere. Anche il lavoro dei silvicoltori cambiò. Si concentrarono principalmente sullo sgombero delle strade e sull’impedire agli alberi di crescere dove non dovevano. Oggi la gente non va nella foresta per sopravvivere, ma per rilassarsi, cercare funghi o cacciare per divertimento.

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