Il giorno era quieto, dorato, impregnato del profumo di mele mature e di terra calda.
Nel cortile sonnecchiava un vecchio pastore tedesco di nome Bella, con le zampe distese sull’erba.
Accanto a lei c’era una carrozzina — bianca, pulita, che oscillava leggermente al soffio del vento.
Dentro dormiva un bambino, e il sole gli accarezzava le guance come una mano gentile.
La giovane madre, stanca ma felice, era rientrata in casa solo per un minuto — a prendere dell’acqua.
Bella era rimasta di guardia, come faceva sempre.
Era una cagna fedele — da quando il neonato era arrivato in casa, dormiva solo accanto alla sua culla.
All’inizio fu solo un fruscio.
Un lieve movimento d’aria, come se una nuvola fosse passata oltre.
Ma Bella sollevò la testa. Le orecchie fremettero, lo sguardo divenne vigile.
Sopra il cortile volteggiava lentamente un’aquila.
Enorme, con ali pesanti e uno sguardo predatore negli occhi.
Planava sempre più in basso, osservando, come in attesa del momento giusto.
Un secondo — e l’ombra coprì la carrozzina.
Il lenzuolino si mosse, il bambino si agitò.
Bella balzò in piedi, il pelo rizzato.
L’aquila piombò giù, l’aria fischiò tagliente.
Era terribile — rapida, precisa, come una freccia.
Ma nell’istante in cui gli artigli stavano per sfiorare il bordo della carrozzina, Bella saltò.
Si scontrarono in aria.
Un boato, un abbaio, piume, sole — tutto si confuse in un solo, accecante momento.
L’aquila colpì con l’artiglio, lasciando sul muso del cane un graffio sanguinante, ma Bella non arretrò.
La schiacciò al suolo, proteggendo il bambino come se fosse suo.
La madre accorse al grido. Vide la carrozzina, vide Bella in piedi sopra le ali distese.
L’aquila, lasciando cadere alcune piume, si levò in volo e scomparve dietro il tetto.
Bella rimase ferma, respirava affannosamente, ma nei suoi occhi c’era pace.
Sapeva di aver fatto ciò per cui era nata.
Da allora non si allontanò più dalla carrozzina — nemmeno di notte.
E ogni volta che un uccello sorvolava il cortile, Bella alzava la testa e guardava a lungo il cielo.

